Si tiene conto del Rating ESG di ogni singolo titolo ponderandone il peso all’interno del fondo. Il punteggio di qualità ESG registra inoltre il livello di miglioramento (e/o peggioramento) nella sostenibilità registrato dai titoli in cui il fondo investe

Mostrare la misura della resilienza del portafoglio ai rischi di sostenibilità e la sua capacità di cogliere le opportunità offerte dalla sostenibilità nel lungo periodo. E’ questa la mission del punteggio di qualità ESG, relativo alle componenti E (environmental ovvero ambientale), S (social , sociale), G (governance cioè di buon governo).

Esempio di punteggio di qualità ESG di un fondo Raiffeisen

DESCRIZIONE DEL GRAFICO

L’indicatore spazia da un minimo di zero ad un massimo di 10, dove maggiore è il punteggio, migliore è il livello di sostenibilità del portafoglio. I portafogli vengono poi ulteriormente raggruppati da MSCI, una delle principali agenzie indipendenti di Rating ESG, sulla base dei punteggi ottenuti. Sono definiti “Laggard“ (Scarso) i punteggi tra 0 e 2.9 che denotano un fondo caratterizzato da aziende in portafoglio che presentano, in media, un’estrema vulnerabilità a scandali e/o incidenti che, danneggiandone la reputazione, potrebbero tradursi anche in perdite finanziare sul portafoglio.

PUNTEGGI ‘AVERAGE’ e ‘LEADER’

Il punteggio tra 2.9 e 7,1, indicato come “Average“ (Medio), contraddistingue il fondo con un’adeguata capacità di gestione dei rischi ESG e dei parametri di sostenibilità medi. Infine i fondi segnalati come “Leader“, con punteggi compresi tra 7.1 e 10, si distinguono per una forte capacità di gestione dei rischi ESG e dei parametri di sostenibilità elevati con probabilità molto bassa del verificarsi di scandali e/o incidenti nelle società in portafoglio.

STESSA CATEGORIA MORNINGSTAR E CLASSIFICAZIONE SFDR

La rappresentazione grafica del punteggio di qualità ESG illustra il posizionamento del fondo Raiffeisen esaminato rispetto ai suoi diretti concorrenti, ovvero l’insieme di fondi che condividono la stessa Categoria Morningstar e la stessa classificazione di sostenibilità “SFDR” (articolo 6, o 8, o 9). In quest’ottica, nel grafico viene anche indicato l’insieme dei fondi “Laggard”, in rosso, “Average”, in arancione, e “Leader”, in verde. Questo consente di capire in modo immediato il grado di competitività di una categoria. In particolare, un’ampia estensione dell’area verde nel grafico indica che numerosi fondi sono dei “Leader“, con un punteggio superiore a 7.1, e che quindi il fondo si trova a competere con concorrenti altamente sostenibili.

POSIZIONAMENTO DEL FONDO RAIFFEISEN

Al contempo, il lettore può comprendere in modo efficace il posizionamento del fondo Raiffeisen rispetto ai suoi concorrenti. Per esempio, l’intervallo di frequenza in cui cade la linea nera verticale, che identifica il fondo Raiffeisen, indica anche il numero di fondi concorrenti – da sinistra verso destra – con un punteggio inferiore. Nello stesso grafico compare anche l’indicazione del punteggio medio di tutti i fondi rappresentati, indicato dalla linea tratteggiata orizzontale, permettendo una visualizzazione sintetica della distanza tra il punteggio del fondo Raiffeisen e la media di categoria.

IL CALCOLO DEL PUNTEGGIO DI QUALITA’ ESG

In primis la ponderazione del singolo titolo all’interno del fondo (Weight). In secondo luogo si tiene conto del Rating ESG di ogni singolo titolo (ESG Score) che, analogamente al punteggio di qualità ESG del fondo, è un indicatore sintetico del livello di sostenibilità del titolo e ne rappresenta la resilienza ai rischi di sostenibilità e la sua capacità di cogliere le opportunità offerte dalla sostenibilità nel lungo periodo.

TRE DIVERSI PUNTEGGI

Il calcolo del Rating ESG di un titolo passa attraverso numerose metriche che confluiscono in tre diversi punteggi che vanno da 0 (peggiore) a 10 (migliore). Ciascuno dei tre punteggi viene percentualmente pesato in maniera differente per riflettere le differenze settoriali. Ad esempio, per un titolo appartenente al settore bancario la ponderazione del punteggio sociale sarà maggiore rispetto ad un titolo appartenente al settore chimico, in quanto le banche risultano maggiormente esposte a rischi/opportunità di tipo sociale rispetto alle aziende del settore chimico. La combinazione pesata dei tre punteggi restituisce quindi il Rating ESG del titolo singolo.

ESPOSIZIONE DEL FONDO A TRE FATTORI

Il punteggio di qualità ESG viene ulteriormente modificato sulla base dell’esposizione del fondo stesso a tre fattori. Il primo è quello relativo alla “Tendenza positiva ESG del fondo” (Fund ESG Trend Positive), cioè la percentuale di portafoglio che ha migliorato il proprio Rating ESG nell’ultimo anno. Il secondo si riferisce ai “Titoli del fondo con uno scarso Rating ESG” (Fund ESG Laggards), ovvero la quota di titoli in portafoglio con un Rating ESG scarso (punteggio compreso tra 0 e 2.9). Il terzo è infine quello riguardante la “Tendenza negativa ESG del fondo” (Fund ESG Trend Negative), la percentuale del portafoglio del fondo che ha peggiorato il proprio Rating ESG nell’ultimo anno

UN ESEMPIO

Ad esempio, una “Tendenza positiva ESG del fondo” del 30% significa che il 30% del fondo ha migliorato il proprio Rating ESG nell’ultimo anno. Al valore percentuale della “Tendenza positiva ESG del fondo” vengono poi sottratti i valori percentuali degli altri due fattori; ottenendo così un “fattore di aggiustamento” (Adjustment factor).


Fattori del fondoaggiustamentoValori del fondo
Trend ESG positivi del fondopositivo+30%
Titoli del fondo con uno scarso Rating ESGnegativo-10%
Trend ESG negativi del fondonegativo-5%
TOTALE (fattore di aggiustamento)+15%

Il punteggio ESG ottenuto in precedenza viene quindi moltiplicato per (1+ “il fattore di aggiustamento”). Se per esempio il punteggio ESG precedente fosse stato 6,60 il punteggio ESG aggiornato risulterebbe pari a 7,59.

Fattori del fondovalori del fondo
Media ponderata del punteggio ESG fondo6,60
x      1 +  Fattore di aggiustamento15%
Punteggio di qualità ESG7,59

Il punteggio di qualità ESG (ESG Quality Score) risulta pertanto arricchito di un elemento “dinamico” che misura il livello di miglioramento (e/o peggioramento) nella sostenibilità registrato dai titoli in cui il fondo investe nell’ultimo arco di tempo.